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La storia di “Bella Ciao”

Nel settantacinquesimo anniversario della Liberazione d’Italia scopriamo qualcosa in più su quello che ormai è l’inno per antonomasia della lotta partigiana, “Bella ciao”.
Molti storici si sono interrogati sulle origini del canto e molte sono state le ipotesi formulate, ma quello che le fonti storiche ci permettono di affermare con una certa sicurezza è che della melodia del canto si trova la prima traccia in un 78 giri del 1919 del fisarmonicista tzigano Mishka Ziganoff, “Klezmer-Yiddish swing music”. Klezmer, che in ebraico significa letteralmente “strumento musicale”, indicava inizialmente i musicisti di origine ebraica e ha poi esteso il suo significato al genere musicale delle comunità ebraiche dell’Europa orientale. Nel Klezmer confluiscono vari elementi, tra cui quelli della musica popolare slava. Le origini più probabili della melodia del famoso canto partigiano risalirebbero, quindi, alla canzone popolare dalmata.
Per quanto riguarda il testo, invece, le sue origini sono tutt’ora sconosciute. Ciò che ormai è certo è che non ci sono fonti storiche o testimonianze che accertino la diffusione o popolarità del canto durante la Resistenza. “Bella Ciao”, insomma, non fu mai cantata dai partigiani durante la guerra. C’è chi sostiene che fu cantata nel 1947 al primo “Festival mondiale della gioventù e degli studenti” che si tenne a Praga, da un gruppo di ex-combattenti provenienti dall’Emilia Romagna e che colpì così tanto gli astanti che tutti cominciarono a battere le mani a tempo. Ma anche riguardo a questo episodio non ci sono fonti accertate. La realtà è che nel 1953 il canto era talmente popolare che era già conosciuto fuori dall’Italia, nel 1955 fu inserito nella raccolta “Canzoni partigiane e democratiche” ed ebbe la sua vera consacrazione al Festival di Spoleto nel 1958. Quello che possiamo, quindi, ragionevolmente supporre dalle fonti a nostra disposizione è che nell’immediato dopoguerra questo canto cominciò a diffondersi accompagnato da diverse “leggende”.
Siamo di fronte, per citare Giorgio Bocca, alla “invenzione di una tradizione”. Una bellissima tradizione che ha fatto di questo canto, così orecchiabile e con un testo così potente e allo stesso tempo adattabile (l’ ”Invasore” del canto non ha colore politico), il canto di resistenza più famoso al mondo.
Oggi 25 aprile 2020, nel settantacinquesimo anniversario, questa ricorrenza verrà festeggiata senza cortei a causa dell’emergenza sanitaria per il Covid-19. Per questo motivo, l’Associazione Nazionale Partigiani Italiani (ANPI) ha lanciato un flashmob: oggi alle 15 (orario in cui sarebbe dovuto partire il corteo della manifestazione che tutti gli anni si svolge a Milano), ogni cittadino è invitato a cantare Bella Ciao dal proprio terrazzo esponendo il tricolore.
Nel frattempo, vi lasciamo una versione corale del celeberrimo canto 🌹:

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